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La Storia di Piccolo Riccio

Era autunno. Piccolo Riccio, nella sua tana, faceva i capricci: – Io non voglio dormire!
Voglio giocare anche in inverno!

 

A Piccolo Riccio piaceva giocare a nascondino: per lui era facile confondersi con i ricci delle castagne o le foglie secche.
Quella mattina Piccolo Riccio uscì per cercare qualche amico con cui giocare.
Tutti nel bosco erano terribilmente indaffarati a cercare, raccogliere, frugare, ma Piccolo Riccio non si curò di nessuno e tirò dritto fino alla casa del piccolo scoiattolo.
Piccolo Scoiattolooooo! Vieni a giocare a nascondino con me? – chiese.
– Non posso. – rispose lo scoiattolo – Devo finire di raccogliere le nocciole.

 

Tra poco arriverà l’inverno e io mi devo preparare per il grande sonno! Deluso, Piccolo Riccio andò a cercare il ghiro.
– Piccolo Ghiroooo! Vuoi giocare a nascondino con me? – chiamò.
– Mi piacerebbe molto, ma non posso: devo con me?
– cercare le ultime ghiande per il lungo sonno!
-Uffa, ma allora dormirai anche tu? – chiese il riccio.
– Certo ! – confermò il ghiro – E non vedo l’ora!
Piccolo Riccio se ne andò deluso.
Arrivò davanti alla casetta di Piccola Biscia: – Piccola Bisciaaaa! Vieni a giocare a nascondino con me?

– Ora non posso: sto cercando un buon rifugio per il lungo sonno! – rispose la biscia.
Anche tu dormirai tutto l’inverno? – protestò il riccio.
– Certo! E anche le lucertole, le marmotte, i rospi; persino l’orso dormirà!

Piccolo Riccio, sconsolato, tornò a casa.
Passarono i giorni e le giornate diventavano sempre più fredde e brevi.
Piccolo Riccio continuava a fare i capricci.
La mamma lo chiamò vicino e, sottovoce, per non disturbare i fratellini che già dormivano, gli raccontò la storia di un riccio che si addormentò e sognò la primavera: quando si svegliò scoprì che la primavera era arrivata davvero.
Piccolo Riccio ascoltava attento, finché il sonno arrivò e gli fece chiudere gli occhi.
Buona notte! – sussurrò la mamma.