La sua storia…
a partire da lunedì 11 novembre 2013
Nel maggio del 1428, durante una crudele pestilenza, un tale PIETRO FALCO,
uomo d’arme, venne a Monteortone, a cercare sollievo dal dolore di vecchie ferite.
Un giorno, mentre riposava all’ombra di un boschetto, gli apparve la Madonna
e lo invitò a rientrare nell’acqua dove avrebbe recuperato la salute
e lì avrebbe trovato una Sua immagine che giaceva tra i sassi.
La Vergine assicurò: -Questo luogo sarà sempre sotto la mia protezione
e dovrà essere benedetto e venerato.
Vai ad annunciare la fine della peste.
MARILIA RIGHETTI “Il Santuario di S. Maria di Monteortone”
Editoriale Programma pag.8 Disegni di Cristiana
DOMENICA 17 novembre:
GRANDE FESTA DELLA
MADONNA DELLA SALUTE
Ore 15 ci ritroviamo in santuario per l’affidamento di tutti i bambini a Maria
e la loro benedizione. NON MANCATE!
Ore 16 circa Processione (percorso breve) accompagnata dalla banda musicale!
Settimana dal 21 al 25 ottobre
A noi bambini piace tanto “fare ginnastica” con la nostra maestra Angela
e quest’anno, una volta al mese, facciamo un’attività bellissima e ora ve la spieghiamo.
Bisogna prima sapere che, nel laboratorio del segno grafico i bambini grandi con suor Eddi,
si allenano a seguire divertenti tratteggi che vanno in verticale, in orizzontale e poi in obliquo.
Anche i cerchi e le giravolte sono la nostra passione.
Ultimamente abbiamo cominciato a fare amicizia
attraverso una curiosa storia e tanti giochetti,
con la lettera A e con la lettera E e speriamo anche con tutte le altre.
Così , con grande gioia e sorpresa, la maestra Angela ci ha fatto riprodurre tutto questo con il corpo:
abbiamo fatto i vari tipi di percorso e anche la lettera A.
Ci siamo divertiti un sacco e non vediamo l’ora che arrivi il prossimo appuntamento. CIAO!!!!!
Era autunno. Piccolo Riccio, nella sua tana, faceva i capricci: – Io non voglio dormire!
Voglio giocare anche in inverno!
A Piccolo Riccio piaceva giocare a nascondino: per lui era facile confondersi con i ricci delle castagne o le foglie secche.
Quella mattina Piccolo Riccio uscì per cercare qualche amico con cui giocare.
Tutti nel bosco erano terribilmente indaffarati a cercare, raccogliere, frugare, ma Piccolo Riccio non si curò di nessuno e tirò dritto fino alla casa del piccolo scoiattolo.
Piccolo Scoiattolooooo! Vieni a giocare a nascondino con me? – chiese.
– Non posso. – rispose lo scoiattolo – Devo finire di raccogliere le nocciole.
Tra poco arriverà l’inverno e io mi devo preparare per il grande sonno! Deluso, Piccolo Riccio andò a cercare il ghiro.
– Piccolo Ghiroooo! Vuoi giocare a nascondino con me? – chiamò.
– Mi piacerebbe molto, ma non posso: devo con me?
– cercare le ultime ghiande per il lungo sonno!
-Uffa, ma allora dormirai anche tu? – chiese il riccio.
– Certo ! – confermò il ghiro – E non vedo l’ora!
Piccolo Riccio se ne andò deluso.
Arrivò davanti alla casetta di Piccola Biscia: – Piccola Bisciaaaa! Vieni a giocare a nascondino con me?
– Ora non posso: sto cercando un buon rifugio per il lungo sonno! – rispose la biscia.
Anche tu dormirai tutto l’inverno? – protestò il riccio.
– Certo! E anche le lucertole, le marmotte, i rospi; persino l’orso dormirà!
Piccolo Riccio, sconsolato, tornò a casa.
Passarono i giorni e le giornate diventavano sempre più fredde e brevi.
Piccolo Riccio continuava a fare i capricci.
La mamma lo chiamò vicino e, sottovoce, per non disturbare i fratellini che già dormivano, gli raccontò la storia di un riccio che si addormentò e sognò la primavera: quando si svegliò scoprì che la primavera era arrivata davvero.
Piccolo Riccio ascoltava attento, finché il sonno arrivò e gli fece chiudere gli occhi.
–Buona notte! – sussurrò la mamma.
É il 23 ottobre e ci prepariamo tutti in salone, perché sentiamo che sta per accadere qualcosa.
Entra la maestra Claudia che, in verità, è la MUCCA MOKA.
Ci dice che è amica del cagnolino MACCHIA e di DOREMIFA
e che è venuta con i suoi amici, LUCA LUMACA (maestra Manola)
e PIERA LA VIPERA (maestra Emanuela), a farci una sorpresa.
Improvvisamente, si sente qualcuno piangere e il rumore di un bastone.
Entra il signor AUTUNNO (maestra Antonella) con la gamba rotta.
Dice che ha una valigia, ma ha tanto male perché essendo caduta si è rotta una gamba.
Allora i suoi amici vanno a prendere la valigia.
Nella valigia ci sono tante meraviglie: le foglie, i funghi, i corbezzoli, i ricci, le castagne, il melograno e un mantello color marrone.
Affida questo mantello alla MUCCA MOKA, che lo deve portare dappertutto.
Subito la MUCCA MOKA esce e rientra di corsa con stupende foglie gialle, verdi e rosse.
La MUCCA invita tutti i bambini ad andare a raccogliere le foglie cadute dagli alberi nel nostro parco giochi.
Ne riempiamo due sacchi.
Finito il lavoro, ci sediamo e, siccome siamo stati bravissimi, la MUCCA MOKA regala una piccola mucca morbida a ciascuno di noi.
Siamo proprio soddisfatti: che bello l’Autunno con i suoi stupendi colori!
Fiocco azzurro
alla scuola dell’infanzia
“Maria Immacolata”
Felicitazioni alla famiglia
e immensa gioia per tutti!
Fiocco azzurro
alla scuola dell’infanzia
“Maria Immacolata”
Felicitazioni alla famiglia
e immensa gioia per tutti!
LA FONTANA DEL VILLAGGIO
Anch’io posso attingere alla sorgente
(Progetto educativo didattico religioso)
Venerdì 11 ottobre con un sole meraviglioso
e il cielo azzurro siamo partiti, nel pomeriggio,
alla scoperta delle fontane del nostro villaggio.
I piccoli erano a dormire e così
siamo partiti noi MEDI E GRANDI
con le nostre maestre e suor Roberta.
Che sorpresa: abbiamo trovato
una fontana bellissima nella piazzetta di via Santuario.
Abbiamo toccato l’acqua: che emozione!!!
Poi ci siamo diretti verso il santuario
e lì abbiamo trovato la fontanella con l’acqua calda.
Abbiamo anche pregato insieme.
Il nostro villaggio è davvero meraviglioso!
Nel Villaggio delle Emozioni
ecco un fantastico libro
A partire da lunedì 14 ottobre 2013
SCARICA l’approfondimento
nell’Area Iscritti
Sotto una grande foglia, ai piedi di un abete, viveva una famiglia di bruchi, tutti verdi, composta da: papà bruco, mamma bruco e il figlioletto bruco Richetto.
Bruco Richetto era molto felice insieme a mamma e papà, giocava tutto il giorno, faceva lunghe passeggiate, tutti gli animaletti del bosco erano suoi amici, ma c’era una cosa che lo faceva molto arrabbiare e quando si arrabbiava diventava tutto rosso: anche se era molto piccolo voleva andare a passeggiare da solo nel bosco, però mamma e papà glielo impedivano.
Una mattina, però, Richetto si svegliò presto, prima di mamma e papà, quindi ne approfittò per andare da solo nel bosco.
Cammina cammina, incontrò le formiche che stavano andando a lavorare, si fermò un po’ a parlare e a giocare con loro, poi le salutò e proseguì la sua passeggiata.
Il piccolo bruco non si accorse che si stava allontanando troppo dal suo albero e il cielo era diventato tutto grigio perché le nuvole avevano coperto il sole.
Richetto pensò di tornare a casa, ma, ahimé, non ricordava più qual era il sentiero che portava alla sua foglia. Il bruchetto diventò molto triste e, quando vide il cielo sempre più cupo e sentì le prime gocce di pioggia, gli venne molta paura.
Le amiche formiche correvano nel formicaio per ripararsi dalla pioggia, gli animaletti del bosco cercavano riparo nelle loro tane e Richetto si sentì molto solo.
Camminava sempre più veloce per tornare a casa, ma pioveva forte. Cercò quindi riparo in una torre diroccata in mezzo al bosco.
Dopo poco, per fortuna, smise di piovere e il piccolo bruco poté rimettersi in cammino Guardando in alto vide grosse strisce colorate che attraversavano il cielo: che cos’erano?. Non aveva mai visto quelle cose nel cielo!
Richetto decise di seguire quella lunga scia colorata e dopo poco s’accorse di essere vicino alla sua casa. Pieno di gioia, iniziò a correre per andare ad abbracciare mamma e papà, che lo stavano aspettando molto preoccupati.
Dopo essersi scusato e pentito per aver disubbidito, abbracciò forte i suoi genitori e promise che non sarebbe mai più uscito da solo, poi andò a rosicchiare la bella mela rossa che la mamma gli aveva preparato per colazione!
(Morena Ballanti)
Ecco una storia tanto bella!!!
Dal nostro laboratorio di biblioteca ….
GIGI CIAOBELLI
Alla Scuola Arcobaleno c’era un bambino di nome Gigi che aveva l’abitudine, quando entrava in classe, di urlare “Ciao belli”. Gigi salutava tutti così, diceva “Ciao bello” ai maschietti, “Ciao bella” alle femminucce e persino alla maestra!
La maestra lo rimproverava di continuo, ma Gigi non smetteva e con il tempo tutti avevano cominciato a chiamarlo Ciaobelli al posto di Gigi e ridacchiavano quando urlava i suoi strambi saluti.
Gigi era contento che gli alti ridessero, pensava di essere simpatico e così continuava più di prima con i suoi “Ciaobelli”. In più aveva dei modi molto sgarbati. Andava dagli altri bambini e diceva:- Dammi quella macchinina!-Mai una volta che chiedesse qualcosa con gentilezza, mai che dicesse “per favore”, né tanto meno “grazie”.
Ai compagni non piacevano i suoi modi di fare, ma Gigi era alto e forte, a volte dava anche le botte e così non gli dicevano più niente, ma non giocavano più con lui.
Quando arrivava Gigi con il suo “Ciao belli!” a prendere i giocattoli loro se ne andavano e lui rimaneva solo. Gigi faceva finta di niente, ma nel suo cuore soffriva.
Avrebbe tanto voluto degli amici e non capiva perché nessuno volesse giocare con lui.
Il giorno del suo compleanno la mamma organizzò una bella festa, gonfiò i palloncini, fece la torta e mandò gli inviti a tutti i compagni di Gigi, ma…nessuno ci andò! Gigi pianse per tutto il suo compleanno e la mamma il giorno dopo andò a parlare con la maestra chiedendo perché nessuno fosse andato alla festa.
Signora- disse la maestra- suo figlio tratta male i compagni, ruba loro i giocattoli ed è spesso molto maleducato, saluta anche me dicendo “Ciao bella!”
Nei giorni seguenti la mamma e la maestra parlarono con Gigi che aveva capito di aver sbagliato e gli insegnarono a comportarsi meglio. Gli spiegarono che si salutano gli amici chiamandoli con il loro nome; che si salutano gli adulti dicendo “Buongiorno, buonasera e arrivederci”; che quando si vuole qualcosa bisogna chiederlo con cortesia, dicendo “per favore”, e se l’altro non vuole darci ciò che vogliamo non bisogna arrabbiarsi, ma aspettare con un po’ di pazienza, …
Dopo una settimana, la mattina, Gigi entrò a scuola dicendo:-Buongiorno maestra!-, poi andò da alcuni bambini che giocavano con la palla e chiese:- Posso giocare con voi…per favore?
I compagni gli chiesero:- Ci tratterai male?
Gigi rispose:- No, ho sbagliato, scusatemi!
Gli altri si guardarono tra loro, poi dissero:- Sì, va bene, puoi giocare con noi!
Gigi fece un enorme sorriso e rispose:- Grazie!
Non si era mai sentito più felice!