PREMESSA
Il Progetto Educativo nasce come risposta ai bisogni dei destinatari e ai fini dell’educazione. Ci spinge ad adottare criteri di lungimiranza, prende in esame gli Orientamenti ’91, le Indicazioni Nazionali (Moratti 2004) le Nuove Indicazioni per il Curricolo per la Scuola dell’Infanzia (Fioroni 2007) l’Atto di Indirizzo (Gelmini 8 Settembre 2009) e le motivazioni dell’azione educativa presenti nel contesto socio-culturale. Inoltre ci impegna a far sì che la nostra scuola evidenzi la sua identità ispirata ai valori umani, cristiani e costituzionali.
Per realizzare un processo di sviluppo che consideri “la personalità infantile” nel suo essere e nel suo divenire, la nostra Scuola propone perciò un Progetto Educativo in cui si fondono in armonia e complementarietà la vita, la cultura, e la fede.
FONTI IMPORTANTI
Costituzione Italiana
Art. 03 | Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale… |
Art. 33 | L’arte e la scienza sono libere e libero è l’insegnamento… |
Art. 34 | La scuola è aperta a tutti… |
Carte degli Organismi Internazionali sui Diritti dell’Infanzia
1924 | Ginevra | Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo |
1942 | Londra | Carta dell’Infanzia |
1948 | New York | ONU Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, art. 26 |
1959 | New York | ONU Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo |
1990 | New York | ONU Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia |
Fonte Biblica
“Lasciate che i bambini vengano a me”
(Marco 10, 14)
MODELLI PEDAGOGICI DI RIFERIMENTO
La Comunità Educante, nel suo operare, si ispira ai modelli che hanno segnato la storia della Pedagogia (Montessori, Agazzi, ecc…)
Vede nel bambino il soggetto attivo, “costruttore” della sua conoscenza, strettamente inserito nella realtà che lo circonda. (Piaget, Vygotskij, Bruner…).
Il bambino è mediatore attivo, un elaboratore,delle sollecitazioni di vario tipo (matematico,linguistico, spa-ziale,, musicale ecc) provenienti dall’ambiente (input) e i comportamenti posti in essere dall’organismo stesso (output). Egli è in grado di auto-modificarsi in modo più significativo di quanto comunemente si creda. (Feuerstein, Maslov, Rogers)
La Comunità Educante vede nella capacità di ascolto attivo uno degli strumenti più efficaci per la crescita, l’aiuto, la motivazione, la stima di sé del bambino. (Gordon, Buber)
IDENTITÀ DELLA SCUOLA FISM
(Federazione Italiana Scuole Materne)
La scuola è luogo di incontro e di crescita di persone. Persone sono gli insegnanti e persone sono i bambini. Educare istruendo significa essenzialmente tre cose:
- Consegnare il patrimonio culturale che ci viene dal passato perché non vada disperso e possa essere messo a frutto;
- Preparare al futuro introducendo i bambini alla vita adulta, fornendo loro quelle competenze indispensabili per essere protagonisti all’interno del contesto sociale in cui vivono;
- Accompagnare il percorso di formazione personale che ogni bambino compie, sostenendo la sua ricerca di senso e il faticoso processo di costruzione della propria personalità.
LA SCUOLA É PARITARIA
La normativa dettata dalla Legge 10 marzo 2000 n. 62, definisce “Scuole Paritarie” le istituzioni scolastiche non statali e degli enti locali che, a partire dalla scuola dell’Infanzia, corrispondono agli ordinamenti generali dell’istruzione, sono coerenti con la domanda formativa della famiglia e sono caratterizzate da requisiti di qualità ed efficacia fissati dalla legge medesima.
Nel sistema nazionale dell’istruzione, quindi, le istituzioni scolastiche sia statali che paritarie concorrono, nella loro specificità e autonomia, a realizzare l’offerta formativa sul territorio.
Il gestore, è garante dell’identità culturale e del Progetto Educativo della scuola, ed è responsabile della conduzione dell’istituzione nei confronti dell’Amministrazione e degli utenti.
LA SCUOLA É DI ISPIRAZIONE CATTOLICA
La scuola dell’infanzia si definisce “cattolica” per il suo riferirsi alla vera concezione cristiana della realtà, di cui Cristo è il centro.
È proprio nel riferimento esplicito e condiviso da tutti i membri della Comunità Scolastica alla visione cristiana, che la scuola è “cattolica”, poiché in essa i principi evangelici diventano norme educative, motivazioni interiori, mete finali.
Tratto da “Scuola Cattolica”, 33-34
L’insegnamento della religione rappresenta un aspetto ed un mezzo specifico che si colloca all’interno di una proposta educativa più ampia, che deve avere una sua originalità ed un suo taglio particolare proprio in vista della finalità generale assegnata alla scuola cattolica.
LA SCUOLA É PARROCCHIALE
La Comunità parrocchiale “Santa Maria Assunta” di Monteortone (Abano Terme) vede nella Scuola uno dei principali mezzi di formazione umana, culturale e religiosa e ritiene l’azione educativa una valida collaborazione alla costruzione di una società più giusta e solidale.
L’obiettivo da perseguire costantemente è quello di “dar vita ad un ambiente comunitario scolastico permeato dello spirito evangelico di libertà e carità”. (Concilio Vaticano II, Gravissimum educationis, n.8 )
In questa luce la corresponsabilità tra genitori e insegnanti può favorire la trasformazione della scuola in comunità preposta all’istruzione e all’educazione delle nuove generazioni.
LA SCUOLA É DI CONGREGAZIONE
SPECIFICITÀ MARIANISTA
Nella nostra Scuola è presente una Comunità di Suore Marianiste che rispondono alle esperienze educative con la pedagogia specifica ricevuta dai fondatori.
Essenziale nella pedagogia Marianista è:
- Educare per formare nella fede
- Offrire un’educazione integrale di qualità
- Educare allo spirito di Famiglia
- Educare al servizio, alla giustizia, alla pace
- Educare ad adattarsi al cambiamento (cfr Caratteristiche dell’educazione Marianista D.P.M – 6°)
In particolare lo spirito di Famiglia si traduce in ACCOGLIENZA, FIDUCIA e COMUNIONE.
Nella Scuola dell’Infanzia si intendono vivere relazioni intessute fra tutti, dal più piccolo al più anziano; questo metodo relazionale presuppone:
- un riferimento a Maria come modello di accoglienza ed educatrice di fede;
- uno sguardo benevolo sugli altri, basato sull’ascolto e la fiducia nelle persone e nelle loro possibilità di progredire;
- la possibilità di instaurare rapporti interpersonali e interazioni con la famiglia e l’ambiente sociale e religioso promuovendo tutte le attività possibili inerenti alla Scuola dell’Infanzia.
IL RUOLO DELLA FAMIGLIA E LA CORRESPONSABILITÀ EDUCATIVA
COMUNITÀ EDUCANTE
Genitori, bambini, insegnanti e personale tutto, secondo il proprio ruolo e competenze, sono il soggetto edu-cante e sono impegnati a dare vita alla comunità educante per la realizzazione del progetto educativo.
Il clima familiare di accoglienza, il servizio semplice, umile, gioioso, l’aiuto e la collaborazione fraterna sono atteg-giamenti indispensabili.
GENITORI
Nella Costituzione Italiana, l’articolo 30 recita:
“È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli”.
Essi rimangono i primi responsabili dell’educazione dei figli.
La nostra Scuola si pone in armonia con l’indirizzo cattolico della istituzione e chiede ai genitori:
- di condividere l’ispirazione e l’orientamento delle sue linee educative;
- di essere disponibili a partecipare agli organismi della scuola;
- di collaborare in modo che fra Scuola e Famiglia vi sia unità di intenti e comuni impostazioni pedagogiche.
Tratto da “Scuola Cattolica”, n°43
Si configura così una CORRESPONSABILITÀ educativa fra scuola e famiglia che comporta per i genitori alcuni diritti e doveri riassumibili in:
- CONOSCERE/CONDIVIDERE (linee educative della scuola, l’offerta formativa POF, i regolamenti, le circolari….)
- PARTECIPARE/COLLABORARE (alla realizzazione del progetto formativo come ad es. attività ricreative, approfondimento culturale – incontri con i genitori – attività pedagogiche e religiose) elezione rappresentanti, partecipazione comitati di gestione ….)
- ESPRIMERE (pareri e proposte; entrare in dialogo con educatori nel rispetto del metodo didattico per evitare fratture fra interventi scolastici e familiari – assemblee generali, colloqui individuali, riunioni di sezione)
L’emergenza educativa lancia alla scuola la sfida della riaffermazione dei valori del senso civico, della responsabilità individuale e collettiva, del bene comune. La nostra Costituzione indica principi e regole di comportamento da tenere a riferimento come risposta sia a un quadro valoriale talvolta incerto e confuso, segnato da una molteplicità di modelli e schemi di comportamento agiti nella vita quotidiana o veicolati dai mass media spesso contraddittori e diseducativi.
La conoscenza della nostra Carta costituzionale, l’adesione ai suoi principi e ai suoi valori di libertà, di giustizia, di uguaglianza, di rispetto della dignità della persona, di solidarietà, di pari opportunità, di democrazia costituiscono il punto di partenza, fin dalla scuola dell’infanzia, per sviluppare la coscienza civica, per imparare a convivere in armonia con le tante diversità presenti nella nostra società e per interpretare criticamente un mondo globalizzato, tecnologicamente avanzato e soggetto a continui cambiamenti, in cui spesso si mortifica la dignità della persona e in cui l’avere prevale sull’essere. (Atto di Indirizzo 8 Settembre 2009)
L’IDEA DI BAMBINO NELLA SCUOLA CATTOLICA
I bambini rimangono i protagonisti primari del cammino culturale e formativo. Sono il fulcro della Comunità Scolastica ed il centro della sua azione educativa.
I bambini e le bambine nascono con una grande capacità che permette loro di esplorare, discriminare, interpretare la realtà.
I bambini sono protagonisti attivi della propria crescita e del proprio sviluppo, un bambino curioso verso il mondo delle cose, un bambino quale soggetto competente, non solo fruitore, ma attore di ogni esperienza.
Nel nostro lavoro quotidiano crediamo fermamente che il bambino impara usando tutti i suoi sensi e apprende solo facendo e lavorando.
In tal modo la Scuola dell’Infanzia diventa:
- la scuola dove lo star bene del bambino si accompagna allo star bene dell’insegnante che può coniugare professio-nalità, competenze e fantasia;
- la scuola in cui non esiste il bambino più bravo, ma esistono bambini che insieme si avviano a percorrere quell’itinerario che giorno dopo giorno li porterà a diventare “grandi”;
- la scuola dove tutte le componenti dell’azione educativa concorrono ad un obiettivo comune, ricavando ciascuno il proprio ambito, senza invadere spazi altrui;
- una scuola dove il “giudicare” lascia posto al “comprendere”.
RUOLO DELL’INSEGNANTE
Gli insegnanti sono impegnati a vivere e a far conoscere competenze ed atteggiamenti coerenti con la propria specifica vocazione e scelta di servizio (disponibilità al ruolo educativo, competenza professionale), che dovrà essere continuamente migliorata con l’aggiornamento individuale e collegiale; con il coordinamento e confronto con altre scuole e per una scelta di fede che diventa “testimonianza cristiana”.
Gli insegnanti, con la loro azione e testimonianza, hanno un ruolo di primo piano per mantenere alla Scuola Cattolica il suo carattere specifico.
Tratto da “Scuola Cattolica”, n°789
Le caratteristiche che devono sempre essere presenti nell’insegnante di scuola cattolica possono essere così schematizzate:
- un professionista dell’istruzione e dell’educazione (conoscenza di contenuti e metodi, apertura all’innovazione, capacità di rapporto educativo e di lavoro collegiale … );
- un educatore cristiano (capace di concepire l’essere umano come persona che trascende ogni realtà, capace di non ridurre l’opera educativa ad un “addestramento”, ma di far perno sull’iniziativa spirituale della persona, per promuoverla e per salvaguardarla);
- il mediatore di uno specifico progetto educativo (disponibile e capace di elaborare una proposta educativa originale e coerente con l progetto educativo dell’istituto in cui si è chiamati ad operare);
- una persona impegnata in un cammino di crescita e maturazione spirituale (consapevole di avere in Dio la guida costante per il proprio operare, alimentata dalla preghiera e dalla partecipazione liturgica che sa cogliere come modelli e guide Maria e tutti i santi, nella consapevolezza che la prima pedagogia è la testimonianza).
LA MISSION IDENTIFICA E CARATTERIZZA LA NOSTRA SCUOLA
Il fine principale della Scuola dell’Infanzia cattolica è l’educazione umana e cristiana del bambino, la realizzazione della sua personalità, attraverso lo sviluppo dei doni di natura e di grazia, di cui Dio lo ha arricchito.
La scuola intende perciò:
- favorire il percorso formativo di ogni bambino inteso come possibilità di esprimere le proprie potenzialità nei campi affettivo, relazionale ed intellettivo;
- promuovere lo sviluppo dell’identità, della relazione, dell’interazione e della cooperazione all’interno del gruppo classe creando un favorevole contesto di apprendimento;
- valorizzare l’originalità e la diversità di ciascuno;
- considerare l’esistenza dell’uomo nella sua vocazione trascendentale originaria;
- desiderare di coltivare i valori dell’interiorità, della contemplazione e della preghiera, per cogliere il vero si-gnificato delle cose;
- allenare a guardare la realtà, rischiarata dalla fede;
- sentire il dovere e la necessità di educare alla fraternità, alla condivisione e alla solidarietà;
- insegnare a vivere senza frontiere, con spirito missionario: sensibile alle sofferenze e gioie di tutti gli uomini;
- coltivare nei bambini: l’amore alla vita; l’intelligenza; la coscienza morale; il valore della libertà; il senso della giustizia; il senso della convivenza sociale;
“Per ogni bambino o bambina, la scuola dell’infanzia si pone la finalità di promuovere lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della competenza,della cittadinanza.
Sviluppare l’identità significa imparare a stare bene e a sentirsi sicuri nell’affrontare nuove esperienze in un ambiente sociale allargato. Vuol dire imparare a conoscersi e a sentirsi riconosciuti come persona unica e irripetibile, ma vuol dire anche sperimentare diversi ruoli e diverse forme di identità: figlio, alunno, compagno, maschio o femmina, abitante di un territorio, appartenente a una comunità.
Sviluppare l’autonomia comporta l’acquisizione della capacità di interpretare e governare il proprio corpo; partecipare alle attività nei diversi contesti;avere fiducia in sé e fidarsi degli altri; realizzare le proprie attività senza scoraggiarsi; provare piacere nel fare da sé e saper chiedere aiuto; esprimere con diversi linguaggi i sentimenti e le emozioni; esplorare la realtà e comprendere le regole della vita quotidiana; partecipare alle negoziazioni e alle decisioni motivando le proprie opinioni, le proprie scelte e i propri comportamenti; assumere atteggiamenti sempre più responsabili.
Sviluppare la competenza significa imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e l’esercizio al confronto; descrivere la propria esperienza e tradurla in tracce personali e condivise, rievocando, narrando e rappresentando fatti significativi; sviluppare l’attitudine a fare domande, riflettere, negoziare i significati. Sviluppare il senso della cittadinanza significa scoprire gli altri, i loro bisogni e la necessità di gestire i contrasti attraverso regole condivise, che si definiscono attraverso le relazioni, il dialogo, l’espressione del proprio pensiero, l’attenzione al punto di vista dell’altro, il primo riconoscimento dei diritti e dei doveri; significa porre le fondamenta di un abito democratico, eticamente orientato, aperto al futuro e rispettoso del rapporto uomo-natura.” (da Indicazioni per il Curricolo)
LA SCUOLA INOLTRE SI PROPONE COME…
- Luogo di vita del bambino;
- Luogo di arricchimento personale, diverso e complementare rispetto a quello familiare;
- Termine di confronto esperienziale;
- Opportunità per una progressiva autonomia intellettuale e sociale;
- Luogo di gioco.
- Luogo di formazione comunitaria in continuità sia con gli asili nido che con le scuole primarie limitrofe;
La scuola dell’infanzia, rapportandosi costantemente all’opera svolta dalle famiglie, rappresenta un luogo educativo intenzionale di particolare importanza, in cui le bambine e i bambini realizzano una parte sostanziale della propria relazione con il mondo. Le recenti ricerche hanno messo in evidenza come la scuola dell’infanzia favorisca l’apprendimento di comportamenti fondamentali e di conoscenze iniziali utili per acquisire le competenze successive e per rapportarsi con la società. Va anzitutto considerato che non ci troviamo in presenza di una sola infanzia: ci sono diversità nei bambini in termini di curiosità, di livelli di sviluppo e di maturazione. Occorre perciò tenere presenti non solo l’immagine “forte”, ma le variabili esistenti nelle concrete situazioni di vita dei bambini; occorre, quindi, ripensare in chiave educativa quei tratti di fragilità e quei bisogni di protezione che caratterizzano l’identità dei piccoli di oggi. Ne deriva l’esigenza di un’interpretazione personalizzata della vita infantile, di ogni bambino, del suo bisogno di essere accolto e riconosciuto, delle sue peculiari possibilità di sviluppo. (Atto di Indirizzo Gelmini 2009)
MODALITÀ DI ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA
La scuola assicura corsi scolastici completi (per bambini dai tre ai sei anni). Può accogliere i bambini nati da gennaio ad aprile e in presenza di disponibilità di posti secondo le ultime disposizioni ministeriali (Gelmini).
I bambini vengono suddivisi in sezioni eterogenee, scelta compiuta dal corpo docente per favorire la socializzazione dei bambini.
Il calendario scolastico segue le direttive del ministero della Pubblica Istruzione.
L’organizzazione della giornata ha come obiettivo di seguire i ritmi più consoni al benessere del bambino, inserito in una più allargata dimensione sociale.
La scuola è aperta dalla prima decade di Settembre al 30 Giugno.
ORARI
7.30 – 8.30: Anticipo per particolari esigenze delle famiglie
8.30 – 9.15: Entrata a scuola
9.15 -13.00: Attività, momenti di routine, pranzo e gioco libero in giardino o in salone
12,45 – 13.00: uscita straordinaria per motivi particolari
13.00 – 15.30 Attività pomeridiane per bambini di 4 e 5 anni e riposo per i bambini di tre anni
15.30 – 15.45: uscita con i genitori
LA NOSTRA SCUOLA REALIZZA…
- Frequenti contatti con la famiglia, per promuovere la vita e le attività della scuola;
- Incontri tra genitori ed esperti su tematiche etiche, pedagogiche e formative;
- Momenti comunitari di festa e di celebrazione liturgica.
Il dialogo con gli altri genitori e con i docenti favorisce la conoscenza reciproca e del proprio figlio.
Il mettere in comune le difficoltà, le ansie, le speranze, le modalità di soluzioni educative, crea un mutuo servizio di formazione permanente degli adulti al difficile compito di genitore.
“Il rispetto dei diritti propri di ogni persona e di ogni bambino
è il segreto più profondo della pace vera.
Ad ogni diritto, corrisponde un dovere.
Anche i bambini hanno non solo diritti, ma pure doveri,
per portare il loro contributo alla costruzione
di una convivenza umana”.