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La gioia e la fatica dello stare insieme in famiglia

L’articolo che segue rimarrà sempre disponibile nell’omonima sezione.

Ci hanno fatto compagnia la pioggia, il vento forte e numerosi lampi… ma la serata è stata davvero bella ed interessante.
Martedì 12 aprile noi genitori ci siamo ritrovati a scuola con don Danilo…

Quanto ci ha detto è davvero importante. È stato bello anche poterci confrontare e scambiarci qualche piccola esperienza. Ecco lo schema di riflessione che don Danilo ci ha proposto che desideriamo possa essere a disposizione di tutti.

LA STRAORDINARIA TESTIMONIANZA DELLA FAMIGLIA DI P. DUVAL


P. Aimè Duval, prete gesuita e cantautore francese, ha confidato la sua formidabile esperienza che, fin dall’infanzia, gli ha permesso di incontrare Dio, imparando ad amarlo attraverso la testimonianza e la preghiera quotidiana dei suoi genitori. Egli era il quinto di nove fratelli. La sua vita familiare, in serena armonia, era sostenuta dalla fede. La preghiera comunitaria era l’appuntamento fisso di ogni sera. La sorella maggiore intonava le preghiere che duravano circa un quarto d’ora. Capitava spesso che … la “guida” accelerasse il ritmo, ingarbugliandosi fino a saltare le parole. Allora il papà interveniva severamente dicendo: «Ricomincia da capo!». Imparai allora, dice P. Duval, che con Dio bisogna parlare adagio, con serietà e con delicatezza. Egli, ricorda la posizione di suo padre in quei momenti. Tornava stanco dal lavoro, con un gran fascio di legna sulle spalle. Dopo cena si inginocchiava per terra, appoggiava i gomiti sulla sedia e, testa tra le mani, senza guardare i figli, senza un momento di impazienza, pregava! E il piccolo Duval pensava: «Mio padre, che è così forte, che sa guidare i buoi, che non si piega davanti al sindaco, ai gendarmi, ai ricchi, ai malvagi… davanti a Dio diventa come un bambino! Deve essere molto grande Dio, se mio papà gli si inginocchia davanti. Ma deve essere anche molto buono, se si può parlargli senza cambiarsi d’abito».
La mamma invece era troppo stanca: si sedeva in mezzo ai figli tenendo in braccio il più piccolo. Pregava con voce sommessa, non smetteva di guardare i figli, specialmente i più piccoli. Non fiatava nemmeno se i figli la molestavano o infuriava la tempesta o il gatto combinava qualche malanno. E Duval pensava: «Dev’essere molto semplice Dio se gli si può parlare tenendo il bambino in braccio e vestendo il grembiule. E dev’essere persona molto importante se mia madre, quando gli parla, non fa caso ne al gatto ne al temporale». La preghiera in famiglia, l’atteggiamento esemplare del padre e della madre, furono alla base di quanto gli fu, poi, trasmesso nella comunità cristiana e negli anni di formazione. Gli insegnarono che Dio è una persona molto vicina, con la quale si parla molto volentieri sempre, e insieme, dopo il lavoro. E che da Padre e Madre, Egli ama , vivifica e accompagna, con il suo Spirito, la grande famiglia di famiglie, che è la Chiesa.

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