Vi ricordiamo l’appuntamento di:
martedì 24 febbraio 2015
alle ore 20.30 presso la nostra scuola
Laboratorio linguistico: come sviluppare abilità linguistiche necessarie
Suor Eddi – logopedista
“BUONGIORNO, BUONGIORNO, IO SONO”
EDUCARE IL LINGUAGGIO SOCIALE
Mercoledì scorso, 27 febbraio 2013,
ho avuto la possibilità di seguire un interessante incontro
tenuto presso la Scuola dell’Infanzia di Monteortone.
Scrivo per condividere alcune riflessioni personali
sul ruolo di noi genitori nell’educazione al linguaggio sociale,
nate dall’ascolto di Suor Eddi.
- AIUTARE I BAMBINI A MATURARE NELLA PROPRIA INDIVIDUALITÀ. Lo sviluppo sociale significa scambio tra individualità percepite separate e distinte l’una dall’altra. La comprensione di sé procede parallelamente con la comprensione degli altri e sono questi i requisiti indispensabili per la socialità. Penso che fin dalla nascita si vedono delle differenze di carattere e di modo di essere con gli altri. La grande sfida è aiutare i nostri figli a maturare la propria individualità e dove è necessario, a plasmarla, per renderla capace di capire l’altro e l’umanità che porta con sé. Guardo con gioia alle amicizie dei miei figli e a volte mi pare impossibile che, così piccoli, sperimentino già relazioni significative.
- L’IMPORTANZA DI LASCIARE: Lasciare andare, lasciar fare. Non nel senso negativo di lasciar correre o tralasciare, ma nel senso di lasciare lo spazio di essere e di esprimersi nella propria differenza individuale. Ho pensato ai miei figli e alla loro diversità, alla fatica di dar loro fiducia, a ciascuno per quello che è per quello che è in grado di proporre agli altri (uno più introverso, l’altra più esuberante).
- L’IMPORTANZA DI DARE DEI LIMITI. Sembrerebbe un’idea in contrasto con il lasciare (essere ed esprimersi), ma spesso la sfida per noi genitori è proprio saper dare dei limiti senza schiacciare i nostri figli. Nel vivere un limite un bambino, come anche un adulto, sperimenta che oltre a lui ci sono degli altri e vive un grande momento di interazione sociale.
- VALORIZZARE: Non aver paura di valorizzare, di proporre modelli positivi. La parola usata da un bambino per comunicare va incoraggiata. Non si deve anticipare il bambino, ma dargli sempre la possibilità di iniziare ad esprimersi, ciò lo può aiutare anche a controllare le proprie emozioni e i rapporti con gli altri. Ho pensato a quando mio figlio portava a casa dalla biblioteca del nido quasi ogni settimana il libro “La rabbia”, quasi volesse esorcizzare la fatica di comunicare; ho pensato a mia figlia che morde i libri finchè non ti fermi con lei a leggere e a farle finire le frasi della storia, e mi sono chiesta quante volte le mie parole anche non dette abbiano fermato le loro.
- Una concetto difficile: “FAVORIRE L’AGENTICITÀ“. Confesso che non conoscevo il significato della parola agenticità e che tramite l’esempio pratico della presentazione non l’avevo capita del tutto. Una volta a casa, l’ho cercata in internet: “L’agenticità umana è la capacità di far accadere gli eventi a seguito delle proprie azioni e di esercitare controllo sulla natura e sulla qualità della propria vita”. Mi è sembrato un grande concetto, perché purtroppo viviamo spesso in una società in cui subiamo gli eventi e diamo una qualità modesta alla nostra vita. Aiutare i nostri figli a capire che devono essere protagonisti consapevoli delle proprie relazioni e del modo con cui interagiscono con gli altri mi sembra un’idea davvero importante.
- VIVERE. Nell’ultima parte della sua relazione Suor Eddi ha fornito una “lista di competenze sociali”, atteggiamenti positivi per vivere con gli altri. Tra queste competenze: formulare domande in profondità, ascoltare, risolvere i conflitti, accettare le differenze, includere tutti, dire grazie, controllare l’ira. Sono concetti importanti per i nostri figli, ma anche per noi adulti, perché credo che i nostri figli imparino da ciò che ci vedono vivere.
Un grazie di cuore a Suor Eddi per il tempo di riflessione che ci ha dedicato!
Alessandra (mamma di Lorenzo ed Anna)
Come al solito si fa sempre fatica ad uscire la sera perché i lavori a casa non sono mai finiti, ma mercoledì sera ne è valsa la pena. Ci siamo ritrovati a scuola. Erano presenti anche alcuni genitori dei bambini iscritti per il prossimo anno.
Ci siamo ritrovati per l’incontro con suor Eddi logopedista, sull’importanza dell’educare il LINGUAGGIO dei nostri bambini.
Il messaggio è stato chiaro fin dall’inizio: è importante stimolare, curare, offrire interesse a tutto ciò che il bambino ascolta e dice perché il linguaggio aiuta lo sviluppo cognitivo.
E’ importante che il bambino ascolti suoni, parole, frasi, storie (ripercorrendo i quattro livelli di analisi) in modo corretto. A volte forti otiti, l’uso prolungato del ciuccio e quant’altro possono precludere l’apprendimento corretto dei fonemi.
Attenzione accurata va data anche a ciò che il bambino dice. Sicuramente non va rimproverato se sbaglia a dire qualche parolina ma questa va ripetuta, quasi inavvertitamente,in forma corretta e magari anche in altri contesti.
Ci siamo addentrati poi nello specifico di alcuni esercizi che potrebbero essere molto utili come esercizi per le guance, la lingua, le labbra ecc.
E’ stata ribadita l’importanza dell’arricchimento del lessico imparando a dare il nome ad ogni cosa, come pure alle nostre emozioni.
Non deve passare giorno senza che le storie possano essere narrate ai bambini …
Da non dimenticare il narrare le varie azioni in sequenza come vengono vissute dal bambino descrivendole nel loro: PRIMA, DOPO , INFINE ecc.
Ci siamo confrontati sull’uso delle parolacce così frequente.
Questa è solo una breve sintesi ma l’incontro è stato molto ricco.
Non resta che dire un bel GRAZIE.
Il prossimo appuntamento ora è martedì prossimo con don Danilo.
Siamo chiamati ad educare ma educandoci e quindi eccoci pronti e all’opera! GRAZIE!